Ogni anno circa 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono in mare. C'è da preoccuparsi se pensiamo che questi rifiuti distruggono l’ecosistema marino, risalgono la catena alimentare e, prima o poi, arrivano nel nostro piatto. Trovare una soluzione radicale è sicuramente complesso e significa mettere in discussione i nostri modelli di produzione e di consumo. Per fortuna, anche in una situazione drammatica come questa, non mancano soluzioni ingegnose ed esempi interessanti di economia circolare.
Raccogliere e riutilizzare per quanto possibile la plastica presente in acqua è una delle soluzioni per ripulire i nostri mari. A tal fine sono attivi volontari, associazioni votate alla tutela dell’ambiente, grandi progetti internazionali, pescherecci, sub nonché innovazioni tecnologiche degne di Ventimila Leghe sotto i Mari. Qualche esempio?
Little Hunter è un sistema dotato di drone aereo, robot marino e centrale operativa per la raccolta di plastica e di microplastica in mare. Octopus, invece, è un polpo robotico dotato di otto tentacoli, in grado di muoversi agevolmente e di raccogliere gli oggetti che incontra sul suo cammino. Non dimentichiamo i Seabin, gli speciali cestini capaci di catturare circa 1,5 chilogrammi di plastica al giorno una volta inseriti in acqua. Il progetto denominato "LifeGate PlasticLess" è già in funzione in 13 porti italiani!
L'azienda friulana Plaxtech ha risposto alla domanda creando la tecnologia Roteax. Questo sistema viene posizionato sulle navi adibite alla raccolta dei rifiuti plastici e permette di iniziare immediatamente la trasformazione degli scarti in vera e propria materia prima riutilizzabile. Da qui nascono nuovi prodotti come, ad esempio, i pallet “verdi”.
Dalle navi alle auto il passaggio è breve. Fiat utilizza per i rivestimenti dei sedili di due delle sue automobili un particolare filato, Seaqual Yarn, ricavato da rifiuti in Pet raccolti in mare. La procedura è certificata dall'organizzazione Seaqual Iniziative e prevede diversi passaggi. Il materiale plastico viene prima raccolto, selezionato nelle piattaforme di raccolta, lavato e trasformato in granuli. Successivamente, i granuli sono mischiati con altri frammenti di rifiuti in materiale plastico. Il composto che si ottiene viene infine scaldato e processato per creare il filato.
Passando a un esempio glamour, le fondatrici di Feeling Felt, giovane brand di zaini e piccoli accessori, hanno maturato la consapevolezza di doversi impegnare a tutela del'ambiente durante un'escursione alla Grotta Azzurra in Salento, invasa dalla plastica. Oggi i loro prodotti vengono realizzati con un filato ricavato da bottiglie riciclate, utilizzando le tonalità di colore strettamente legate a specie marine in via di estinzione: il blu della balena, il rosso del polpo, il grigio chiaro dell’orso polare, il verde della tartaruga marina e il grigio scuro della foca.
Abbiamo le prove che i rifiuti non sono semplici scarti. Anche la plastica dispersa in mare ha un valore che aspetta di essere sfruttato per diventare utili pallet, comodi sedili auto o grintosi zaini blu come le balene. La raccolta e il recupero dei residui plastici non solo aiutano a guarire il mare malato ma creano anche opportunità di business legati all’economia circolare.
Mi chiedo come si possa abitare la natura
in un mondo snaturato.
(G. Leopardi)
Per scoprire i modelli di business circolari: https://getitcircular.eu/index.php/tag/business-model/
Per conoscere la tecnologia Roteax: www.plaxtech.eu
Per approfondire l’iniziativa Seaqual: www.seaqual.org
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